LA MISURA DEL DUBBIO (1° SPETTACOLO)

Venerdì 20 Settembre
18:30 - 20:35
2024-09-20 18:30:00 2024-09-20 20:35:00 Europe/London LA MISURA DEL DUBBIO (1° SPETTACOLO) Regia: Daniel Auteuil Attori: Daniel Auteuil, Grégory Gadebois, Sidse Babett Knudsen, Alice Belaïdi, Suliane Brahim Distribuzione: Bim Nazione: Francia 2024 Genere: Drammatico Durata: 115 minuti Orari ven 20 - sab: 18.30 - 21.00 dom 22: 16.00 - 18.30 - 21.00 Acquista o prenota il biglietto online  Trama del film Jean Monier è un avvocato di lungo corso, ma scottato dall'esperienza con l'ultimo cliente che ha difeso. Dopo qualche anno di assenza dai tribunali, per fare un favore alla moglie-collega, si trova a rappresentare un padre di famiglia in stato di fermo e accusato di aver ucciso la consorte. Sarà l'inizio di un caso che durerà anni, arrivando fino al processo, e che vedrà Jean approfondire il legame con Nicolas, uomo mite che giura di essere innocente e di non aver mai voluto fare del male a sua moglie. Trailer Commento Tanto prolifico e apprezzato come volto attoriale, Daniel Auteuil è spesso meno riconosciuto nella sua carriera di regista, nonostante con Le fil arrivi al quinto film dietro la macchina da presa e lavorando sempre anche alle sceneggiature.  Sarà perché i primi tre erano così legati agli adattamenti della produzione teatrale di Marcel Pagnol, ma ora Auteuil cerca qualcosa di diverso; guarda infatti alla cronaca giudiziaria, traducendo per il grande schermo una delle storie vere pubblicate dall'avvocato Jean-Yves Moyart.  Il cambiamento più forte è nello spostare l'ambientazione dal nord della Francia al sud che Auteuil conosce bene, essendoci cresciuto. Un sud atipico, tra le paludi e i tori della Camarga, attraverso cui il regista "si appropria" di questa storia che confina con il polar, tutta vissuta dal punto di vista dell'avvocato protagonista, e incentrata sul rapporto tra l'imputato e il suo rappresentante.  Rapporto fatto di fiducia e confidenza, perfino di affetto, ma che può muoversi esclusivamente entro i limiti della sincerità reciproca. Da regista concreto e pragmatico nel ritagliarsi un ruolo ricco - di ascolto, reazione, oratoria - Auteuil sceglie poi un volto intrigante con cui dialogare: quello di Grégory Gadebois, prolifico caratterista bravo a incarnare la mite indecifrabilità di Nicolas.  Il suo è il ruolo chiave in un'opera che fin dal titolo gioca con la percepita linearità della vicenda e con le aspettative del pubblico. La sfida è rendere particolare un caso che all'apparenza sembra generico, con l'orgoglio di uno stile certamente "vecchia scuola" e dotato di solida caparbietà.  Risultato raggiunto, che diventa ancor più interessante per come si posiziona in un'era di boom del genere "true crime" e soprattutto innestandosi in una rigogliosa tradizione francese della narrazione processuale.  Un fenomeno che va ben al di là del cinema, e che per limitarsi al grande schermo ha prodotto negli ultimi anni titoli come Saint Omer, Anatomia di una caduta e Il processo Goldman. Se quei film facevano dell'aula di tribunale un campo di ricerca per l'eccezionalità più ambigua, Auteuil risponde con l'idea che è nella dimensione del normale che si trova l'oscurità più spaventosa. #cinema #film #arte #cultura #drammatico #spettacolo Cinema Mariani
  • Regia: Daniel Auteuil
  • Attori: Daniel Auteuil, Grégory Gadebois, Sidse Babett Knudsen, Alice Belaïdi, Suliane Brahim
  • Distribuzione: Bim
  • Nazione: Francia 2024
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 115 minuti
  • Orari

    ven 20 - sab: 18.30 - 21.00

    dom 22: 16.00 - 18.30 - 21.00

    Acquista o prenota il biglietto online 

Trama del film

Jean Monier è un avvocato di lungo corso, ma scottato dall'esperienza con l'ultimo cliente che ha difeso. Dopo qualche anno di assenza dai tribunali, per fare un favore alla moglie-collega, si trova a rappresentare un padre di famiglia in stato di fermo e accusato di aver ucciso la consorte. Sarà l'inizio di un caso che durerà anni, arrivando fino al processo, e che vedrà Jean approfondire il legame con Nicolas, uomo mite che giura di essere innocente e di non aver mai voluto fare del male a sua moglie.

Trailer

Commento

Tanto prolifico e apprezzato come volto attoriale, Daniel Auteuil è spesso meno riconosciuto nella sua carriera di regista, nonostante con Le fil arrivi al quinto film dietro la macchina da presa e lavorando sempre anche alle sceneggiature.  Sarà perché i primi tre erano così legati agli adattamenti della produzione teatrale di Marcel Pagnol, ma ora Auteuil cerca qualcosa di diverso; guarda infatti alla cronaca giudiziaria, traducendo per il grande schermo una delle storie vere pubblicate dall'avvocato Jean-Yves Moyart.  Il cambiamento più forte è nello spostare l'ambientazione dal nord della Francia al sud che Auteuil conosce bene, essendoci cresciuto. Un sud atipico, tra le paludi e i tori della Camarga, attraverso cui il regista 'si appropria' di questa storia che confina con il polar, tutta vissuta dal punto di vista dell'avvocato protagonista, e incentrata sul rapporto tra l'imputato e il suo rappresentante.  Rapporto fatto di fiducia e confidenza, perfino di affetto, ma che può muoversi esclusivamente entro i limiti della sincerità reciproca. Da regista concreto e pragmatico nel ritagliarsi un ruolo ricco - di ascolto, reazione, oratoria - Auteuil sceglie poi un volto intrigante con cui dialogare: quello di Grégory Gadebois, prolifico caratterista bravo a incarnare la mite indecifrabilità di Nicolas.  Il suo è il ruolo chiave in un'opera che fin dal titolo gioca con la percepita linearità della vicenda e con le aspettative del pubblico. La sfida è rendere particolare un caso che all'apparenza sembra generico, con l'orgoglio di uno stile certamente 'vecchia scuola' e dotato di solida caparbietà.  Risultato raggiunto, che diventa ancor più interessante per come si posiziona in un'era di boom del genere 'true crime' e soprattutto innestandosi in una rigogliosa tradizione francese della narrazione processuale.  Un fenomeno che va ben al di là del cinema, e che per limitarsi al grande schermo ha prodotto negli ultimi anni titoli come Saint Omer, Anatomia di una caduta e Il processo Goldman. Se quei film facevano dell'aula di tribunale un campo di ricerca per l'eccezionalità più ambigua, Auteuil risponde con l'idea che è nella dimensione del normale che si trova l'oscurità più spaventosa.

#cinema #film #arte #cultura #drammatico #spettacolo

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