EMILIA PEREZ

Mercoledì 22 Gennaio
21:00 - 23:10
2025-01-22 21:00:00 2025-01-22 23:10:00 Europe/London EMILIA PEREZ Regia: Jacques Audiard Attori: Zoe Saldana, Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz, Edgar Ramirez Distribuzione: Lucky Red Nazione: USA/Messico 2024 Genere: Commedia/Musical/Poliziesco Durata: 130 minuti Orari ven 17 - sab 18: 18.30 - 21.00 dom 19: 16.00 - 18.30 - 21,00 mer 22: 18.30 versione in lingua originale sottoitolata mer: 21.00 versione doppiata Quattro Golden Globe 2025 Premio della Giuria e Premio Miglior Attrice Cannes 2024 Acquista o prenota il biglietto online  Trama del film Manitas del Monte, feroce barone di un potente cartello messicano, ha deciso di cambiare radicalmente vita. Cresciuto in un contesto machista, patriarcale e criminale, ha soffocato per anni il suo essere profondo. Ma non è mai troppo tardi per diventare donna. Per realizzare il suo più grande desiderio, fa rapire Rita Moro Castro, giovane avvocato brillante al servizio di un grosso studio legale, più interessato a fare assolvere criminali che a servire la giustizia. Manitas recruta Rita per gestire transizione e futuro: simulare la sua morte con moglie e figli e ricominciare altrove. Poi Manitas diventa Emilia ma il passato fatica a passare come i rimorsi. Rientrata in Messico, cinque anni dopo, decide di riprendersi la sua famiglia e di restituire al suo Paese i corpi dei suoi martiri. Ma una questione di cuore tuonerà tempesta. Trailer Commento Emilia Pérez è un film a misura di Jacques Audiard: smisurato, enfatico, barocco, imprevedibile.  La prova ulteriore della sua volontà di rinnovarsi con un gesto formale e assertivo mai visto prima. Sulla carta, la breve descrizione di Emilia Pérez lasciava forse un po' perplessi: a Città del Messico un pericoloso narcotrafficante si sogna 'princesa' e assolda un avvocato per una missione costosa e assolutamente sorprendente: trovare un chirurgo discreto che 'corregga' il suo destino. Il proposito è radicale ma più sottile di quanto sembri. E una canzone di apertura dopo, siamo travolti. Perché Emilia Pérez canta, danza, spara, ama, fa a pugni, arringa, abbatte, si batte, risorge e ripara per due ore e dieci senza tempi morti.  È uno spettacolo che si reinventa continuamente, un film pieno e generoso, a fior di pelle, di un'empatia totale, di un humour feroce e un senso consumato del tragico. Le giunture saltano e Jacques Audiard mescola le carte con gli ormoni, raccontando i destini musicali di un temibile boss pentito e del suo alleato avvocato, arenata in un mondo di uomini.  Cambiare sesso dunque ma anche natura perché Manitas diventa Emilia ed Emilia crea, con un gesto finalmente umano, un'associazione di beneficienza per ritrovare i corpi delle vittime che ha massacrato. Il film è attraversato dall'idea che la società possa auspicare un progresso morale smontando tutti i valori associati alla costruzione del maschile. E la questione della mascolinità è sempre al centro del cinema di Audiard, troppe volte definito "virilista".  Eppure la virilità c'entra poco con lui, che si occupa degli uomini quando sono 'al tappeto'. È la crisi maschile che interroga con la questione dell'eredità e della trasmissione, la questione del debito da pagare o da cancellare per concedersi il diritto di avanzare.  "Regarde les hommes tomber", titolo del suo debutto, è diventato un vero manifesto cinematografico per Audiard, che, film dopo film, fa inciampare gli uomini - e pochissime donne - davanti alla sua m.d.p. Uomini fragili, persi, danneggiati, bestie ferite dai percorsi caotici. Uomini che cadono, che talvolta sprofondano (Un héros très discret) e qualche altra risorgono in un formidabile e violento racconto di formazione in prigione (Il profeta).  Audiard affida sovente alle donne il ruolo di risollevarli. E sebbene rare, si rivelano sempre solide e determinate, rassicuranti e redentrici. Avvenire dell'uomo, la donna incarna il suo futuro luminoso, questa volta in un musical che canta in spagnolo e flirta con l'implausibile. La storia non si preoccupa affatto della verosimiglianza. Sappiamo tutti che un criminale del calibro di Manitas non può cedere da un giorno all'altro alle sirene del pentimento. Non basta cambiare sesso. Lo sa anche Audiard che prende in contropiede il musical americano 'coreografando' una redenzione (im)possibile in un contesto tragico, quello dei desaparecidos e dell'impossibile lutto di troppe famiglie messicane.  Emilia Pérez si avvita intorno a un doppio conflitto: le due identità di genere del personaggio - il passato maschile di Emilia e i suoi legami affettivi che le impediscono di riconfigurare pienamente la sua nuova vita - e i due generi cinematografici, il polar e il musical. Come per il passato maschile di Emilia, Audiard deve liberarsi della gravità del primo per affrontare la levità del secondo, ma la tela di fondo del suo cinema resta il crimine e il musical non è mai al riparo dagli eccessi della violenza.  In un Messico riscostruito in studio, l'autore prosegue la sua trasformazione attingendo ai generi per creare figure narrative potenti che parlino a tutti, senza gonfiare i muscoli e aprendo il cuore. Tra virilità vacillante e femminilità trionfante, tra droga, abusi e transizione di genere, Emilia Pérez si iscrive nel suo tempo ma non ha messaggi da spedire al mittente. È solo cinema, grande cinema che scorre come un fiume in piena. Di una golosità totale, è un elogio gioioso del primo grado. Coreografie, voci e musica sono disposte con cura e integrate con fluidità nel corpo della fiction, sulle note di Camille e Clément Ducol, che rivisitano Brassens ("Les Passantes") spezzandoci il cuore.  Con un'energia folle, Selena Gomez, Zoe Saldaña e Karla Sofia Gascón, transgender argentina che appare sullo schermo e tutto cambia dimensione, il film comincia con sussurri e sentimenti repressi, che esplodono vocalmente e visivamente per ribadire il vero valore del musical: rappresentare in tutta la sua esuberanza quello che i personaggi covano nel profondo.  A suo agio con l'artificiosità del melodramma e col suo stile fuori norma, il film è più ingenuo nel suo approccio alla 'trasformazione' ma Audiard compensa risvegliando il crimine passato e assumendo il kitsch, parte essenziale della sua identità. Emilia Pérez incoraggia la sensazione totale e rigenerante di lasciarsi andare, è la forza della sua proposta, coraggiosa o suicida lo deciderà chi guarda.  Una cosa è certa, non dimenticheremo presto la sua visione, che consigliamo sullo schermo più grande possibile e con l'audio a manetta, perché l'esagerazione rimane il marchio di fabbrica dell'autore, come un invito a ballare, cantare e scuotere codici e 'corpus' per reinventarsi migliori. (Marzia Gandolfi - MYmovies) #film #cinema #arte #cultura #spettacolo #drammatico #linguaoriginale #sottotitoli Cinema Mariani
  • Regia: Jacques Audiard
  • Attori: Zoe Saldana, Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz, Edgar Ramirez
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Nazione: USA/Messico 2024
  • Genere: Commedia/Musical/Poliziesco
  • Durata: 130 minuti
  • Orari

    ven 17 - sab 18: 18.30 - 21.00

    dom 19: 16.00 - 18.30 - 21,00

    mer 22: 18.30 versione in lingua originale sottoitolata

    mer: 21.00 versione doppiata

    Quattro Golden Globe 2025

    Premio della Giuria e Premio Miglior Attrice Cannes 2024

    Acquista o prenota il biglietto online 

Trama del film

Manitas del Monte, feroce barone di un potente cartello messicano, ha deciso di cambiare radicalmente vita. Cresciuto in un contesto machista, patriarcale e criminale, ha soffocato per anni il suo essere profondo. Ma non è mai troppo tardi per diventare donna. Per realizzare il suo più grande desiderio, fa rapire Rita Moro Castro, giovane avvocato brillante al servizio di un grosso studio legale, più interessato a fare assolvere criminali che a servire la giustizia. Manitas recruta Rita per gestire transizione e futuro: simulare la sua morte con moglie e figli e ricominciare altrove. Poi Manitas diventa Emilia ma il passato fatica a passare come i rimorsi. Rientrata in Messico, cinque anni dopo, decide di riprendersi la sua famiglia e di restituire al suo Paese i corpi dei suoi martiri. Ma una questione di cuore tuonerà tempesta.

Trailer

Commento

Emilia Pérez è un film a misura di Jacques Audiard: smisurato, enfatico, barocco, imprevedibile.  La prova ulteriore della sua volontà di rinnovarsi con un gesto formale e assertivo mai visto prima. Sulla carta, la breve descrizione di Emilia Pérez lasciava forse un po' perplessi: a Città del Messico un pericoloso narcotrafficante si sogna 'princesa' e assolda un avvocato per una missione costosa e assolutamente sorprendente: trovare un chirurgo discreto che 'corregga' il suo destino. Il proposito è radicale ma più sottile di quanto sembri. E una canzone di apertura dopo, siamo travolti. Perché Emilia Pérez canta, danza, spara, ama, fa a pugni, arringa, abbatte, si batte, risorge e ripara per due ore e dieci senza tempi morti.  È uno spettacolo che si reinventa continuamente, un film pieno e generoso, a fior di pelle, di un'empatia totale, di un humour feroce e un senso consumato del tragico. Le giunture saltano e Jacques Audiard mescola le carte con gli ormoni, raccontando i destini musicali di un temibile boss pentito e del suo alleato avvocato, arenata in un mondo di uomini.  Cambiare sesso dunque ma anche natura perché Manitas diventa Emilia ed Emilia crea, con un gesto finalmente umano, un'associazione di beneficienza per ritrovare i corpi delle vittime che ha massacrato. Il film è attraversato dall'idea che la società possa auspicare un progresso morale smontando tutti i valori associati alla costruzione del maschile. E la questione della mascolinità è sempre al centro del cinema di Audiard, troppe volte definito 'virilista'.  Eppure la virilità c'entra poco con lui, che si occupa degli uomini quando sono 'al tappeto'. È la crisi maschile che interroga con la questione dell'eredità e della trasmissione, la questione del debito da pagare o da cancellare per concedersi il diritto di avanzare.  'Regarde les hommes tomber', titolo del suo debutto, è diventato un vero manifesto cinematografico per Audiard, che, film dopo film, fa inciampare gli uomini - e pochissime donne - davanti alla sua m.d.p. Uomini fragili, persi, danneggiati, bestie ferite dai percorsi caotici. Uomini che cadono, che talvolta sprofondano (Un héros très discret) e qualche altra risorgono in un formidabile e violento racconto di formazione in prigione (Il profeta).  Audiard affida sovente alle donne il ruolo di risollevarli. E sebbene rare, si rivelano sempre solide e determinate, rassicuranti e redentrici. Avvenire dell'uomo, la donna incarna il suo futuro luminoso, questa volta in un musical che canta in spagnolo e flirta con l'implausibile. La storia non si preoccupa affatto della verosimiglianza. Sappiamo tutti che un criminale del calibro di Manitas non può cedere da un giorno all'altro alle sirene del pentimento. Non basta cambiare sesso. Lo sa anche Audiard che prende in contropiede il musical americano 'coreografando' una redenzione (im)possibile in un contesto tragico, quello dei desaparecidos e dell'impossibile lutto di troppe famiglie messicane.  Emilia Pérez si avvita intorno a un doppio conflitto: le due identità di genere del personaggio - il passato maschile di Emilia e i suoi legami affettivi che le impediscono di riconfigurare pienamente la sua nuova vita - e i due generi cinematografici, il polar e il musical. Come per il passato maschile di Emilia, Audiard deve liberarsi della gravità del primo per affrontare la levità del secondo, ma la tela di fondo del suo cinema resta il crimine e il musical non è mai al riparo dagli eccessi della violenza.  In un Messico riscostruito in studio, l'autore prosegue la sua trasformazione attingendo ai generi per creare figure narrative potenti che parlino a tutti, senza gonfiare i muscoli e aprendo il cuore. Tra virilità vacillante e femminilità trionfante, tra droga, abusi e transizione di genere, Emilia Pérez si iscrive nel suo tempo ma non ha messaggi da spedire al mittente. È solo cinema, grande cinema che scorre come un fiume in piena. Di una golosità totale, è un elogio gioioso del primo grado. Coreografie, voci e musica sono disposte con cura e integrate con fluidità nel corpo della fiction, sulle note di Camille e Clément Ducol, che rivisitano Brassens ('Les Passantes') spezzandoci il cuore.  Con un'energia folle, Selena Gomez, Zoe Saldaña e Karla Sofia Gascón, transgender argentina che appare sullo schermo e tutto cambia dimensione, il film comincia con sussurri e sentimenti repressi, che esplodono vocalmente e visivamente per ribadire il vero valore del musical: rappresentare in tutta la sua esuberanza quello che i personaggi covano nel profondo.  A suo agio con l'artificiosità del melodramma e col suo stile fuori norma, il film è più ingenuo nel suo approccio alla 'trasformazione' ma Audiard compensa risvegliando il crimine passato e assumendo il kitsch, parte essenziale della sua identità. Emilia Pérez incoraggia la sensazione totale e rigenerante di lasciarsi andare, è la forza della sua proposta, coraggiosa o suicida lo deciderà chi guarda.  Una cosa è certa, non dimenticheremo presto la sua visione, che consigliamo sullo schermo più grande possibile e con l'audio a manetta, perché l'esagerazione rimane il marchio di fabbrica dell'autore, come un invito a ballare, cantare e scuotere codici e 'corpus' per reinventarsi migliori. (Marzia Gandolfi - MYmovies)

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Tag: arte, cinema, teatro / spettacoli

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