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'Sede vacante!', annuncia il cardinale statunitense Tremblay: il che significa che il pontefice è spirato, e che un conclave dovrà riunirsi a breve per decidere chi dovrà succedergli. A capo della votazione c'è il Decano britannico Thomas Lawrence, incaricato di verificare che tutto si svolga in piena correttezza, e di arginare le ambizioni rampanti dei cardinali candidati. Fra questi ci sono due italiani, il progressista Aldo Bellini e l'ultraconservatore Goffredo Tedesco, il cardinale africano Joshua Adeneya, ovviamente Joe Tremblay, e persino un cardinale latinoamericano, Vincent Benitez, ordinato in pectore dal Papa in persona mentre era di stanza a Kabul, dopo aver servito nelle zone di battaglia di Congo e Iraq. Per i corridoi del Vaticano si aggira infine suor Agnes, che conosce molti segreti ed è parecchio arrabbiata nei confronti di quell'universo maschile che emargina da sempre lei e le sue consorelle.
Conclave, basato sul romanzo omonimo di Robert Harris, entra nel mondo della Chiesa come in una società segreta ricca di misteri, rivalità e tensioni, e affida alla magnifica recitazione di Ralph Fiennes nei panni del cardinale Lawrence il compito di fare da timoniere fra le correnti infide delle elezioni papali. Intorno a lui si muove un cast d'eccellenza che comprende Stanley Tucci e Sergio Castellitto nei ruoli rispettivamente di Bellini e Tedesco, John Litgow in quelli di Trembley e Isabella Rossellini nei panni di suor Agnes. La sceneggiatura di Peter Straughan, già autore di quel gioiello che è La talpa nella versione diretta da Tomas Alfredson (fra i produttori esecutivi di Conclave), tratteggia i personaggi attraverso confronti che mettono in luce visioni radicalmente diverse di ciò che la Chiesa dovrebbe rappresentare. I cardinali votano all'interno della Cappella Sistina sigillata dal mondo esterno, ma questo non basta a fermare infiltrazioni e invasioni di campo. Le inquadrature del regista tedesco Edward Berger, già premio Oscar per il Miglior film straniero (più altre tre statuette) con Niente di nuovo sul fronte occidentale, sembrano aver appreso le lezioni di Fellini e di Moretti nel rappresentare spazi metafisici attraversati da figure in tonaca che sembrano fluttuare a qualche centimetro dal terreno. E gli scrutini papali si susseguono in un crescendo di tensione emotiva, rivelando tanto le debolezze personali quanto le finalità politiche del conclave. Al centro c'è la sopravvivenza della Chiesa in un'epoca in cui è messa in grande discussione e i fedeli sono sul punto di abbandonarla per sempre: la strategia è dunque rinnovarsi e aggiornarsi alla contemporaneità, appoggiando le istanze di donne, gay e immigrati, o arroccarsi al passato, difendendo le classi dominanti e i nuovi sovranismi? Oltre alla recitazione di Fiennes sono memorabili la fotografia di Stéphane Fontain, amato da Jacques Audiard come da Pablo Larrain e Paul Verhoeven - a riprova che esiste un gotha internazionale del cinema d'autore (e alla produzione esecutiva ci sono anche Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa). Le musiche evocative del compositore tedesco Volker Berterlmann sottolineano la tensione dei procedimenti elettorali e i dilemmi morali in gioco. Peccato per un finale (fedele al romanzo di Harris) che sembra cedere alla political correctness più che a una genuina ispirazione narrativa: ma come thriller filosofico Conclave lascerà soddisfatti i fan del best seller da cui è tratto. Un adattamento adulto ed elegante ancorato da interpretazioni solide e da una visione geometrica di come gli equilibri di potere si spostino lungo rette che modificano continuamente la figura iniziale. (Paola Casella - MYmovies).
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